Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino. È co-fondatrice del collettivo Art@Work con cui sviluppa progetti in contesti non-profit e del collezionismo privato.
D. L’impatto del Covid-19 sul mondo degli eventi non ha fermato Artissima, la prima fiera d’arte contemporanea in Italia. Dottoressa Bonacossa, ci può raccontare come siete riusciti a portare avanti l’organizzazione di Artissima, come valutate i risultati ottenuti, e come immaginate le future edizioni?
R. «Nel 2020 Artissima si è proposta in una veste nuova che abbiamo definito unplugged (acustica); una versione che riunisce esposizioni fisiche, realizzate con Fondazione Torino Musei, e progetti digitali.
Re-immaginare in poche settimane una fiera che tradizionalmente si svolge su quattro giorni a novembre è stata una sfida. Il dialogo animato e appassionato con le gallerie ha dato vita a tre mostre con un corpus di 158 opere nelle sale di GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica e MAO Museo d’Arte Orientale. Una presentazione corale sul tema Stasi Frenetica per offrire uno spaccato di quello che il pubblico avrebbe trovato negli stand.
Nell’ambito delle iniziative digitali su artissima.art abbiamo lanciato Artissima XYZ, un’inedita piattaforma cross-mediale che ha trasformato le sezioni curate della fiera – Present Future, Back to the Future e Disegni – in un’immersiva esperienza digitale. Sempre sul nostro sito, grazie al catalogo online è possibile visualizzare i lavori che le gallerie selezionate per l’edizione 2020 della fiera avrebbero portato in stand oltre a quelli allestiti nelle mostre di Stasi Frenetica. Questa edizione di Artissima, pensata e reinventata almeno otto volte, ci ha dato modo di intensificare e rafforzare le sinergie con gli enti e le istituzioni del territorio. Prima fra tutte la Fondazione Torino Musei, cui afferiamo. Il supporto di Fondazione CRT, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo e Camera di commercio di Torino è stato fondamentale, così come quello dei partner commerciali della fiera. Per il futuro indubbiamente mi auguro di recuperare il rapporto “fisico”, diretto con l’opera d’arte, il dialogo con i galleristi e i collezionisti, l’incontro con il pubblico, e le opere che credo abbiano un valore insostituibile».